Negli ultimi anni il processo di approvvigionamento in ambito pubblico sta vivendo una profonda trasformazione: la costituzione di centrali di committenza a livello nazionale e l’attivazione di soggetti aggregatori a livello regionale sta modificando il ruolo delle stazioni appaltanti in quanto, collocando al di fuori delle aziende le fasi di progettazione della gara, selezione del contraente e aggiudicazione, focalizza l’attenzione del provveditore sulla programmazione/formulazione dei fabbisogni e sulla gestione dei contratti.
Una scarsa attenzione alla fase di definizione dei fabbisogni e il non utilizzo di codifiche previste a livello centrale può infatti determinare una non corretta progettazione della gara e conseguentemente il ricorso a procedure di acquisizione autonome, così come una non corretta interpretazione delle condizioni contrattuali, il mancato rispetto dei limiti quantitativi e qualitativi del contenuto delle prestazioni o la richiesta di prestazioni non comprese nelle opzioni di variazione, possono inficiare la corretta gestione degli accordi contrattuali.